Una celebre campagna pubblicitaria recitava "la rivoluzione non russa". Dobbiamo però ammettere che talvolta si assopisce. Questo blog è nato in occasione di una fiammata di indignazione e rivolta contro la legge 133-2008 che tagliava le risorse per la ricerca in Italia (FFO). I promotori del blog roveriot e della protesta, un gruppo di dottorandi e post-doc, sono attualmente quasi tutti emigrati in Germania e i pochi che resistono li raggiungeranno fra breve.

A due anni di distanza un gruppo di ricercatori della Facoltà di Scienze Cognitive aderisce alla protesta nazionale contro il DDL Gelmini di riforma dell'Università in discussione in Parlamento, dichiarandosi INDISPONIBILI a ricoprire incarichi didattici per l'AA 2010-2011. La decisione di utilizzare nuovamente questo blog in continuità con l'opposizione agli attacchi all'Universitaria, alla Ricerca e ai Ricercatori italiani.

giovedì 28 ottobre 2010

Documento unitario dei sindacati 25 ottobre 2010

ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL-Università, CNRU, CNU, CSA-CISAL Università,

FLC-CGIL, LINK-Coordinamento Universitario, RDB-USB,

RETE 29 APRILE, SNALS-Docenti Università, SUN,

UDU, UGL-Università e Ricerca, UILPA-UR

Roma, 25 ottobre 2010

Con la sospensione dell’iter legislativo del DDL sull’Università è stato raggiunto un importante risultato: le forze politiche hanno dovuto prendere atto che i contenuti del DDL sono del tutto insufficienti rispetto alle richieste del movimento di protesta che vede coinvolti professori, ricercatori, precari, tecnico-amministrativi e studenti.

Per questa ragione riteniamo indispensabile la riapertura di una discussione pubblica sull’università italiana e sulle sue reali necessità.

Anche il tentativo di vanificare la protesta dei ricercatori con la promessa di 9000 posti ad associato, da nessuno richiesti, non ha sortito alcun effetto.

Si tratta ora di impedire il soffocamento degli Atenei per i tagli già decisi che stanno danneggiando la ricerca e la didattica, con gravissime conseguenze per il Paese e per gli studenti.

Bisogna difendere e rilanciare il Sistema nazionale dell’Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti, e per questo si chiede:

- il ripristino, anzi l’aumento, delle risorse per il funzionamento di una Università riformata, che consenta a tutti gli Atenei di svolgere ricerca e insegnamento di qualità;

- di rendere più autonomi e più democratici gli Atenei, con la partecipazione di tutte le componenti alla loro gestione;

- l’aumento dei docenti di ruolo, risolvendo il problema del precariato (prevedendo un’unica figura pre-ruolo) e prevedendo per gli attuali precari reali prospettive di accesso alla docenza;

- il riconoscimento ai ricercatori del ruolo docente effettivamente svolto;

- la valorizzazione della figura dell’associato;

- la valorizzazione del ruolo del personale tecnico-amministrativo;

- un vero diritto allo studio che tenga anche adeguatamente conto delle condizioni economiche degli studenti.

Si chiede ancora una volta al Governo e al Parlamento di aprire finalmente un serio e ampio confronto con l’Università e di smettere di interloquire esclusivamente con la Confindustria, che ha interesse a monopolizzare la gestione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca, e con la CRUI, che non rappresenta gli Atenei, ma solo i Rettori.

In questa direzione si chiede al Governo, ai Gruppi parlamentari e ai Partiti di potere illustrare direttamente le richieste unitarie.

Si invitano tutte le componenti universitarie a continuare e a intensificare la mobilitazione per sostenere interventi normativi ed economici a sostegno dell’Università pubblica.

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